Un patrimonio artistico unico di disegni, modelli, opere e dipinti
Il patrimonio artistico della Fondazione Fantoni deriva in prevalenza dalla produzione fantoniana del Seicento e del Settecento, che conta un numero eccezionale di realizzazioni sacre e profane diffuse nel territorio bergamasco e bresciano, con un repertorio che abbraccia praticamente ogni tipo di arredo religioso e di immagine devozionale e che arriva ad affrontare la grande scala architettonica con la progettazione e l’esecuzione di alcuni edifici chiesastici. Le collezioni grafiche, oltre al corpus fantoniano, legato alla progettazione di sculture, arredi sacri e profani e architetture (secc. XV – XIX), conservano fondi provenienti da altri ambienti artistici, entrati a scopo di aggiornamento nei repertori della bottega nel corso della sua attività e accresciuti in seguito per le ambizioni collezionistiche di alcuni esponenti della famiglia (fondo Caniana, fondo Quarenghi e fondi grafici di autori diversi).
Nelle collezioni plastiche si contano quasi esclusivamente modelli e opere elaborati dalle diverse generazioni di maestri Fantoni tra il secolo XVI e il XVIII. Le raccolte artistiche annoverano inoltre una galleria di ritratti dei membri della famiglia Fantoni, una collezione di dipinti datati tra il XVI e il XVIII secolo, così come gli arredi d’epoca e le suppellettili presenti nell’edificio.
Una sezione realizzata a scopo didattico raccoglie strumenti per la lavorazione del legno (secc. XVIII-XX) e ne spiega le fasi ideative e produttive.
Le raccolte artistiche della Fondazione Fantoni sono completate da un fondo documentario, di interesse storico-artistico, che raccoglie memorie e testimonianze relative alle esecuzioni di opere fantoniane, ai loro processi di ideazione e di produzione e al reperimento dei materiali. Vi troviamo i libri mastri riguardanti l’attività e la gestione economica della bottega, trattative, contratti e rapporti di lavoro, epistolari e notizie. Il corpo archivistico è completato da una piccola biblioteca storica e da una raccolta diplomatica risalente ai secoli tra il XIV e il XVIII, entrambe di prevalente interesse locale.
E’ possibile richiedere riproduzioni digitali degli esemplari delle collezioni e dei documenti dell’archivio storico ai fini di studio e per la pubblicazione.
(D.Lgs. 22 Gennaio 2004 n. 42 – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio)
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